Notizie sulla castagna
Lorigine e la provenienza del castagno è abbastanza controverso: il continente di origine potrebbe essere lAsia ed il nome, greco, potrebbe derivare da quello della città asiatica KASTANIS.
Senofonte, nel suo racconto sulla campagna in Persia (400 a.C.), afferma che i soldati greci avrebbero scoperto le castagne durante le incursioni nel territorio della odierna Turchia.
Lorigine della pianta si può legare alla zona dellAsia minore e dellEuropa meridionale dove, è certo, era conosciuta in tempi remoti.
Più tardi fu nota anche ai Greci, Romani ed Etruschi, i quali chiamavano i suoi frutti "ghiande di Giove".
Delle castagne ne parla Virgilio, Galeno e Plinio e si sa che i Romani ne curarono la coltivazione in Europa prediligendo le zone montuose dellItalia.
La presenza dei castagni in Italia sembra risalire a circa 3400 anni fa. Tale affermazione è scaturita dal ritrovamento di una piroga, scavata nel legno di castagno, nel lago di Bertignano (Vercelli) e risalente appunto a 3400 fa.
Il castagno è una pianta arborea di grandi dimensioni, appartiene alla famiglia delle fagacee (o Cupulifere dicotiledoni).
Essa cresce dai 200 ai 1000 metri di altitudine, è possibile trovarla, in casi eccezionali, anche a 1500 metri (Etna), ma laltitudine più favorevole è compresa tra i 400 e i 900 metri.
Può raggiungere unaltezza compresa tra i 20 e 30 metri, fruttifica dopo 10/15 anni e raggiunge il massimo della produzione sui 50 anni di età.
Ha foglie caduche, lunghe fin oltre 20 centimetri, lanceolate, con apice acuto, fittamente seghettate, che compaiono ai primi di aprile.
I fiori del castagno sono maschili e femminili: quelli staminiferi sono riuniti in inflorescenze pendule giallastre (amenti), esili ed un po rigide; quelli femminili, a gruppi di tre, sono collocati alla base dei fiori maschili, protetti da un tegumento verdastro che si trasformerà in riccio.
La pianta dà i suoi frutti da ottobre a novembre poco prima di perdere le foglie.
Il frutto, richiuso nellinvolucro spinoso, riccio, rappresenta il seme della pianta.
Le varietà sono moltissime ma possiamo fare una grande importante distinzione: castagne e marroni. Il riccio delle castagne ne può contenere fino a tre mentre quello dei marroni ne contiene normalmente uno.
Il castagno soffre attualmente di un periodo di crisi che è legato, oltre al disboscamento selvaggio attuato in alcune zone, ad alcuni virus che lo hanno colpito: una micosi, chiamata "mal dinchiostro", dovuta ad un parassita vegetale che macchia il legno e le radici; il "cancro del castagno" e la "brusarola".
Non mancano altri elementi dannosi; fra questi vanno annoverati insetti come la "carpocapsa" ed il "balanino".
Della castagna l8% è buccia ed il resto è commestibile. E ricca di amidi, proteine, vitamine A, B e C e sali minerali quali magnesio, zolfo, potassio e calcio.
La castagna fresca contiene: acqua 48%, proteine 3%, carboidrati 45%, e piccole quantità di sali minerali, calorie 230 per 100 gr di frutto.
La castagna secca è composta di: acqua 10%, proteine 5%, grassi 3%, carboidrati 80%, ferro mg 2, calcio mg 52, fosforo mg 90, sodio mg 19, potassio mg 900. Calorie 350 per 100 gr di frutto.
La digeribilità delle castagne è migliore per quelle lesse mentre diventa difficoltosa per le caldarroste.
Laspetto di una castagne sana è caratterizzato da una buccia (pericarpio) intatta, lucida e ben tesa.
La conservazione migliore è in frigorifero o in grotte di materiale pozzolanico.
Le castagne si prestano benissimo per allestimenti gastronomici sia allo stato fresco che essiccate o trasformate in farina.
Le applicazioni della castagna, oltre che nella gastronomia, sono numerose anche nella farmacopea popolare.
Essa svolge unazione svelenatrice dellorganismo in quanto evita la formazione di acidi nei tessuti; è, come già detto, energetica e mineralizzante. E consigliata nei casi di astenia, di convalescenza, negli stati di stress, nelle crisi di crescita, nei casi di anemia ed altro.
Le foglie si possono adoperare per infusi che curano principalmente malattie della respirazione quali la tosse o la pertosse. Per calmare la pertosse si useranno gr 3 di foglie secche ogni 100 gr di acqua; linfuso ottenuto dovrà essere sorbito un cucchiaio ogni tre ore.
Per la tosse da raffreddore linfuso dovrà essere fatto con foglie di castagno misto a foglie di eucalipto e timo.
Altro campo di sfruttamento delle proprietà del castagno è quello della cosmesi naturale: lacqua di cottura delle castagne, adoperata per lultimo risciacquo, dona stupendi riflessi ai capelli biondi; linfuso delle foglie li schiarisce, combattendo la forfora. Linfuso si dovrà preparare con 50 gr di foglie secche in un litro di acqua bollente, lasciar macerare per 15 minuti e versare, subito dopo lo shampo, sui capelli frizionando e massaggiando la cute.
Le foglie da essiccare per scopi curativi devono essere raccolte in primavera, fatte essiccare allombra e conservate al riparo della luce in sacchetti di carta.
Le ricette proposte in questa raccolta sono state selezionate da riviste e libri di cucina o dalla tradizione popolare. Alcune di esse sono molto simili, ma ad un attento esame si noteranno delle sfumature che le distinguono e ne caratterizzano aspetto e sapore.